Beschuit met muisjes per festeggiare un nascituro

Nei Paesi Bassi si usa festeggiare la nascita di un bambino offrendo a parenti, amici, vicini, colleghi e conoscenti una fetta biscottata spalmata di burro o margarina e ricoperta di muisjes colorati, topolini rosa o azzurri a seconda del sesso del nascituro.

Topolini?

Questo è il nome che viene dato ad un prodotto dolciario d’antica tradizione: semini d’anice ricoperti da diversi strati di glassa di zucchero. Il seme d’anice ha un gambetto che sembra la codina di un topolino (o meglio, sembra la cacchetta di un topino di campagna…).

Nel medioevo era invece tradizione portare alla donna che aveva partorito il cosiddetto kraameten, cioè un cibo corroborante quale uova, carne, zucchero e un grande pane dolce con l’uvetta, il krentewegge, per farla rimettere dalle fatiche del parto (cosa che era molto ben accetta nelle famiglie povere). Durante la visita dei compaesani il padre mostrava il nuovo nato, che entrava così a far parte ufficialmente della comunità locale. Il pane dolce, che poteva essere anche lungo 2 metri, veniva subito tagliato e gli ospiti ne ricevevano un pezzo da portarsi a casa. Da qui piano piano si è sviluppata l’usanza di offrire qualcosa a chi andava a far visita al nascituro.

Alla donna che aveva partorito si portavano anche semi d’anice, che sembra facilitino la discesa del latte (e facciano passare i crampetti ai bimbi). In tempi più moderni (diciamo il XVI secolo), i semini di anice venivano coperti da una glassa di zucchero e si mangiavano con il pane bianco (i poveri mangiavano pane di segale con burro e zucchero). Presto la glassa venne colorata di rosa con il succo della barbabietola per festeggiare la nascita di una femmina. Ai maschi rimase per secoli il colore bianco.

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Fu solo nel 1993 che la ditta olandese De Ruijter, la più famosa per i muisjes (che si pronuncia meuscies), introdusse muisjes di colore azzurro. Da allora i maschi hanno i muisjes bianchi e azzurri, le femmine bianchi e rosa.

Cornelis Rutgerus de Ruijter aprì a 24 anni la sua pasticceria a Baarn e si specializzò nella produzione dei muisjes bianchi e rosa. I muisjes si mangiano anche semplicemente sul pane, per esempio a colazione, e per venire incontro alle signore della buona borghesia della zona che trovavano troppo dure da masticare queste palline di glassa, Cornelis si inventò anche i muisjes in polvere.

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I De Ruijter ricevettero già nel 1883 l’attributo di hofleverancier, fornitori della corona (che a quei tempi risiedeva ancora a Soestdijk, comune di Baarn). E quando il 31 gennaio 1938 nacque la principessa Beatrice (che è stata regina fino a un paio di anni fa, quando ha abdicato a favore del figlio Willem-Alexander), i De Ruijter offrirono alla nuova nata un enorme barattolo di muisjes bianchi ed arancioni. Da allora per tradizione li offrono tutte le volte che c’è una nascita nella casa reale.

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Ma le fette biscottate rotonde su cui vengono serviti i muisjes?

A voler fare dell’archeologia gastronomica, diciamo che sono le discendenti di lusso delle gallette dei marinai. I beschuit (si pronuncia bescheut) artigianali sono panini cotti sottosopra in piccole formine (cioè con la formina sopra al panino), poi tagliati a metà e quindi fatti asciugare nel forno a bassa temperatura dopo che il fornaio ha finito di cuocere il pane. Ancora oggi l’impasto viene cotto in una teglia rovesciata. I beschuit sono molto più sbriciolosi delle fette biscottate italiane e spessi almeno il doppio.

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Si vendono in confezioni cilindriche da 13 pezzi: non uno di più né uno di meno, per tradizione. Le gallette dei marinai venivano vendute in confezioni da 100, più tardi, nell’800, in confezioni da 50. I fornai che preparavano i beschuit, per venire incontro alle esigenze dei clienti che non volevano acquistarne grandi quantità, cominciarono a venderli prima in confezioni da 25 e alla fine da 13. La Bolletje, la più grande industria produttrice di beschuit, ha introdotto nel 2002 una specie di tacca su un lato della fetta, in modo da facilitarne l’estrazione dalla confezione (o dal tubo di metallo usato per conservarli in dispensa).

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Marina Vizzinisi

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