Birra e pizza, un connubio perfetto anche a Bruxelles

La lavagna con le birre del Birrabus

Si è svolta lo scorso weekend a Bruxelles, in Belgio, la settima edizione dell’Italian Beer Week End organizzato dal pub Moeder Lambic Fontainas che ha visto come protagonisti la miglior schiuma dei birrifici indipendenti italiani e la pizza di Francesco Oppido di Storie DiPinte.

Espugnare un baluardo della birra di qualità come quello belga, non è affare per tutti. Eppure un manipolo di inventivi microbirrifici italiani si è imposto all’attenzione dei gestori del Moeder Lambic, una birreria di qualità della capitale belga. La lambic (o lambiek in olandese e fiammingo) è un tipo di birra belga a fermentazione naturale, con i microorganismi presenti nell’aria.

Luppolo

Da 15 anni il Moeder Lambic propone all’attenzione dei brussellesi piccole realtà della birra da tutto il mondo, con particolare attenzione a quelle italiane. Perché, come dice Piercarlo Berloco, il giovanissimo manager del locale “in Italia siamo un branco di pecoroni ma siamo anche degli eccellenti artigiani, anche per quanto riguarda la birra”.

Sulla Grand Place di Bruxelles

L’attenzione all’Italia è tale che ci sono già due locali affiliati in Italia, l’Arrogant Pub di Reggio Emilia e il Lambic Zoon a Milano. Gli italiani fanno da scout per i belgi e viceversa, e chi ne gode è sempre l’appassionato di birra di qualità.
Un pubblico che è accorso numeroso anche lo scorso week end, malgrado (o forse anche grazie a) una grande manifestazione con birra industriale e artigianale che si è svolta sulla Grande Place di Bruxelles. Perché il Made in Italy attira, c’è poco da dire, tanto più quando è ben gestito.

Loris Marcheselli davanti alla cattedra del suo Birrabus

L’artigianalità e l’inventività italiana si è fatta notare ancora una volta in questo evento con il Birrabus del bolognese Loris Marcheselli. Il suo scopo è chiaro: promuovere le nuove, piccole realtà artigianali della birra italiana con un’immagine ed una comunicazione più moderna, come lo è quella attuale del vino. Ha trasformato un vecchio scuolabus adattandolo con speciali frigoriferi per la birra e 20 spine, di cui 17 esterne e 3 interne speciali per le stout. Con il Birrabus (e da poco il Birracamper) gira gli eventi di street food in Italia e sempre di più all’estero, laddove lo sponsor non sia una birra industriale (“lì non entri”).

Il pubblico già abbondante all'inizio del pomeriggio di venerdì

Il progetto si chiama Birra di classe, ha una cattedra di legno per appoggiarci i bicchieri e vecchi banchi e sedie di scuola elementare come arredamento. Loris è vestito da maestro di scuola di vecchio stampo, con bretelle e papillon. Ma non vuole essere un pedante insegnante e cerca di seguire i gusti dei clienti: a chi gli chiede una birra senza indicarne il nome, risponde sempre con la domanda “chiara, ambrata, dolce o amara?” per individuare quella che potrebbe gradire di più e stimolarne la curiosità. Ovviamente se gli fai una domanda su quella birra, si apre un’enciclopedia ambulante.

Bicchieri di birra di vario tipo

A me ha proposto una Margose del birrificio Birranova di Triggianello (BA). Questa birra chiara decisamente sapida si rifà alla tradizione dei birrai tedeschi della zona di Lipsia, più precisamente quelli localizzati lungo il fiume Gose (da cui il nome). Questa zona della Sassonia è ricca di cave di salgemma, che rende l’acqua molto minerale. A Triggianello raggiungono l’effetto usando una piccola percentuale di acqua di mare depurata. La birra è fresca, piacevolmente sapida, con un tocco agrumato e un finale leggermente amaricante che davvero disseta. Me la vedo ad accompagnare zuppe di pesce delicate con il pomodoro, moscardini in guazzetto, ma anche pesci alla brace o al forno. Grazie Loris per questa bella scoperta!
Se cliccate sul link qui sotto, potete ascoltare una breve intervista a Loris.

Francesco Oppido prepara la pezzatura

E la pizza? Beh, quella è nelle mani e nei muscoli delle braccia di Francesco Oppido, nato come pasticcere in una grande famiglia di pasticceri a Crotone, in Calabria, e passato ai lieviti al raggiungimento della maggiore età. La gavetta per 5 anni l’ha fatta a Crotone, in una pizzeria famosa della zona, dove si fanno grandi numeri, ma dove a quei tempi non esisteva ancora sperimentazione né con le farine né con i lieviti: “il lievito madre era riservato al pane ed era considerato ingestibile in una pizzeria”. Con la voglia di sperimentare e vedere cosa succedeva oltre i confini di Crotone, si trasferisce a Bologna, dove lavora per altri 5 anni in un locale come dipendente per approfondire e “darsi del tempo”.

L'impasto della pizza di Francesco Oppido

Nel primo locale che apre subito fuori Bologna, il Re Pizza a Castel San Pietro, sperimenta con topping non scontati per la pizza e birre artigianali. Ma la sua voglia di sperimentare non viene seguita sufficientemente dai clienti del paesino, e per questo lo chiude e si trasferisce a Bologna, nel quartiere universitario, dove apre il Ranzani13. Il pubblico bolognese è molto più avido di novità e anche la stampa si accorge: in poco tempo entra come 37° nella classifica dei migliori 50 pizzaioli del mondo. Ma è a Storie DiPinte, a San Lazzaro di Savena, subito fuori città, che sta avendo grandi soddisfazioni.
“L’impasto è cambiatissimo, mi racconta, dai tempi della Pizzeria Italia a Crotone. Oggi uso farine semintegrali con una piccola percentuale di farina di forza coltivata in Italia. Lievito madre e lievitazione di 36 ore prima di formare le porzioni per la pizza.”

E sperimenta: mi racconta di una pizza cotta al vapore prima di essere passata in forno statico per avere la caramellatura esterna, e di una pizza tipo quella del fornaio romano, cotta prima a 280° C per 4 minuti, poi estratta per far uscire il vapore e rinfornata a donarle una croccantezza speciale. Queste saranno anche le novità del nuovissimo progetto con i proprietari del Moeder Lambic, Jean Hummler e Andy Mengal: l’Atelier Moeder Lambic a Bologna, una fusione di Storie DiPinte e birre di qualità bruxellesi.
Se cliccate sul link qui sotto, potete ascoltare una breve intervista a Francesco.

Diletta Poggiali

Ma la sorpresa per me è nella cucina da campo di Francesco: lì infatti spadella Diletta Poggiali, linguista e storica della gastronomia, autrice di diversi capitoli del Cucchiaio d’Argento, collaboratrice da anni della rivista Cucina Naturale e scrittrice di libri di ricette. E chef presso i migliori ristoranti alternativi bolognesi. “Mi sono presa un sabbatical di qualche mese dal ristorante per poter finire alcuni articoli e soprattutto il mio nuovo libro sui legumi. E fare cose che mi piacciono. Qui a Bruxelles c’è un’atmosfera fantastica e lavorare con Francesco è molto piacevole”. A presto un’intervista dedicata a questa cuoca così solare.

 

Birrifici e birre presenti all’evento: 20 nel Birrabus, il resto alle pompe del Moeder Lambic

Birrificio Altotevere – San Giustino (PERUGIA)
Goldie – Belgian Strong Ale – 7.2%
Joy – Blanche – 4.5%
Polly – Belgian Hoppy Ale – 4,5%

Birrificio Bi-Du – Olgiate Comasco (COMO)
Rodersch – Kölsch 5%
Artigian-Ale – Bitter Strong Ale 6,2%
Confine – Porter 6,2%

Bibibir – Castellalto (TERAMO)
American – IPA 6,5%
White Shock – White IPA 6,2%
Vedo Triplo – Tripel 8,4%

Birranova – Triggianello (BARI)
Margose – Italian Gose 4,6%
Arsa – Smoked Porter 5,5%

Birrificio italiano – Limido Comasco (COMO)
Asteroid – American IPA 6.5%
Fleurette “La vie en rose” – Speciale 3.8%

Birrificio dell’Aspide – Roccadaspide (SALERNO)
Belle Saison – Saison 6,2%
Zarina – Imperial Stout 7%

Brewfist – Codogno (LODI)
Trinidad El Fernando – Barley Wine 14.4%
Fear – Milk Chocolate Stout 5.2%

Ca’ Del Brado – Rastignano (BOLOGNA)
U BaccaBianca – Italian Grape Ale 7.9%
U BaccaRossa – Italian Grape Ale 7.9%

Dada – Correggio (REGGIO EMILIA)
Youth Attach – IPA 6,3%
Wild Bunch – Tripel 8%
Rrose_Sélavy – Saison 7%

Elvo – Graglia (BIELLA)
Pils – Pilsner 5%
Marzen – Marzen 5,5%
Elvo’s Presley – American Lager 5%

Hammer – Villa D’Adda (BERGAMO)
Killer Queen – Double IPA 8%
Spring – Amber Ale 6%
Wave Runner – IPA 6,5%

Hilltop – Bassano Romano (VITERBO)
Barry’s Bitter – English bitter 4,2%
Gallagher Stout – Irish Stout 5,5%

Klanbarrique – Rovereto (TRENTO)
Bang Bretta – Brett IPA 7,9%
Flos Alba Frutti di Bosco – Sour Fruit Wheat Ale 5,7%
GT – Italian Grape Ale 8%

Mastino – San Martino B.A. (VERONA)
Hop.E – American IPA 5,7%
Teodorico – Baltic Porter 9%
Crazy Shot #5 – Double India Pale Lager 8%

Menaresta – Carate Brianza (MONZA BRIANZA)
2 di Picche – Black IPA 6,8%
Birra Madre – Wild Ale 4,8%
La Verguenza – Double IPA 7,5%

Mukkeller – Porto Sant’Elpidio (FERMO)
Mazzu de Fiuri – IPA 6,5%
Hattori Hanzo – Double IPA 8,3%
Mukkellerina – Helles 4,8%

Ofelia – Sovizzo (VICENZA)
Piazza Delle Erbe – Spicy Saison 4,9%
Scarlet – Fruit ale con Corniole 4,9%
Beergamotta – Summer ale 4,2%

Porta Bruciata – Rodengo Saiano (BRESCIA)
Dusky Bay – Session IPA 4,2%
Larkin Street – Double IPA 8%

Vetra – Caronno Pertusella (VARESE)
Pacifica – India Pale Lager 5%
LV Cinquantacinque – Extra Brut Raspberry IPA 5,5%
Saison – Saison 5,2%

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Marina Vizzinisi

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