Cibo Nostrum, quando la Sicilia accoglie tutta la cucina italiana

È durata tre giorni Cibo Nostrum 2018, la grande festa della cucina italiana in Sicilia giunta alla sua settima edizione. La kermesse, che ha fatto registrare trentamila presenze di visitatori e ha raccolto ben € 43.000 da donare in beneficienza, si è svolta dal 20 al 22 maggio fra Zafferana Etnea, Giardini Naxos e Taormina. È stata una manifestazione ricca di appuntamenti interessanti, popolata da chef di alta cucina, pasticceri e cuochi non solo siciliani, ma provenienti dall’Italia e dall’estero.

Cibo Nostrum è il risultato dell’impegno della Federazione Italiana Cuochi, che ha coinvolto in questa edizione Chic Chef (associazione di prestigiosi chef italiani), Con.Pa.It. (Confederazione Pasticceri Italiani) e Le Soste di Ulisse (associazione che riunisce chef gourmet, maestri pasticceri, cantine d’eccellenza), oltre che prestigiose aziende agroalimentari e circa 50 cantine siciliane di qualità. L’evento è stato patrocinato dal Mipaaf – Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali. “Questa manifestazione è la testimonianza palese del grande cuore della gente”, ha dichiarato il presidente nazionale DSE (Dipartimento Solidarietà Emergenze della Federazione Italiana Cuochi) Roberto Rosati.

Cibo Nostrum, Taormina

Taormina

Due i personaggi fondamentali della squadra di Cibo Nostrum: Seby Sorbello, presidente dell’associazione Cuochi Etnei, e Rocco Pozzulo, presidente della Federazione Italiana Cuochi. Entrambi già al lavoro da qualche ora, accettano volentieri e con gentilezza di rilasciarmi qualche dichiarazione. “Cibo Nostrum nasce 7 anni fa – racconta Sorbello – per riunire in un grande contenitore le varianti della cucina italiana a Zafferana Etnea, ma nel mese di novembre. Nel corso delle successive edizioni la manifestazione è diventata sempre più grande. Quest’anno si tratta di un’edizione straordinaria, con quasi 1000 cuochi per 200 cooking show, non solo da tutta Italia ma anche da Belgio e Olanda, Malta, India.”

Cibo Nostrum. Grande attenzione anche alla pasticceria senza glutine

Grande attenzione anche alla pasticceria senza glutine

Secondo Rocco Pozzulo si tratta di “un evento impegnativo che richiede molta energia e sinergia, che unisce l’esaltazione del buon cibo a nobili scopi benefici. Il ricavato dei ticket acquistati dai visitatori saranno devoluti, infatti, alla Fondazione LIMPE Onlus di Messina, per la lotta contro il morbo di Parkinson, al Moige (Movimento Italiano Genitori) per la campagna nazionale contro il cyberbullismo, e al DSE – Dipartimento Solidarietà Emergenze della Federazione Italiana Cuochi, sempre in prima linea per fare fronte alle emergenze in tutta Italia. Per il futuro – dichiara Pozzulo – il nostro obiettivo è quello di rendere ancora più internazionale l’evento, chissà magari inviteremo uno chef israeliano e uno palestinese per lanciare un messaggio di pace.” Presenti, oltre a illustri nomi dell’alta cucina italiana, anche firme giornalistiche note al grande pubblico, come Giacchino Bonsignore direttore di TG5 Gusto e Marco Mangiarotti, giornalista de Il Giorno.

Cibo Nostrum. Il momento clou ha inizio nel tardo pomeriggio del primo giorno, quando i corsi principali di Taormina si trasformano in un immenso salone da pranzo a cielo aperto. Qui, i più gradevoli e svariati odori richiamano la folla di appassionati, curiosi, buongustai o esperti seguono con aria felice gli innumerevoli richiami olfattivi. Sui banchi da lavoro mani abili e operose, gesti svelti in grado di comporre vere e proprie miniature d’artigianato gastronomico che catturano l’occhio del degustatore che ne immagina il sapore al primo sguardo.

Cibo Nostrum.Ad accompagnare i piatti, i racconti ammaliatori delle preparazioni che sembrano senza soluzione di continuità, dal momento che pure il visitatore più attento, più curioso, veloce e vorace non può riuscire ad assaporare tutto quello che imbandisce le tavole. Infatti, l’elegante e pittoresco centro storico dell’antica Tauromenion trabocca di pietanze di ogni genere, dolci, salate, crude, cotte, fritte, al forno, fredde, calde, delicate, speziate, tradizionali, innovative, antiche e moderne. Riso, pasta, formaggi, verdure, carni, pesce, semi, spezie, aromi, fiori e carbone vegetale. Si ha l’impressione di essere in un coloratissimo suk in cui i sensi vengono stimolati e soddisfatti da ogni ben di Dio. È qualcosa di inimmaginabile.

Cibo Nostrum. Beppe Bonsignore del ristorante <a href="http://www.losteeilsacrestano.it/" target="_blank" rel="noopener noreferrer">L'Oste e il Sacrestano </a>di Licata

Beppe Bonsignore del ristorante L’Oste e il Sacrestano di Licata

Mi soffermo a disturbare solo qualcuno degli chef alle prese con le loro preparazioni. Riconosco Peppe Bonsignore, chef de L’Oste e il Sacrestano, rinomato ristorante di Licata, che mi racconta la sua creazione. Si tratta di un’originale rivisitazione della fauzza licatese, una mini focaccia realizzata con ricciola marinata a secco, pomodorini confit, vaniglia e limone, crema di patata, stracciatella di bufala, capperi e olio al basilico.

Cibo Nostrum. La <em>fauzza</em> licatese di Beppe Bonsignore in preparazione

La fauzza licatese di Beppe Bonsignore in preparazione

In Piazza IX Aprile, centro nevralgico dell’evento, su un grande palco con schermo gigante si succedono cooking show di grandi professionisti, introdotti ai presenti dai giornalisti Alex Revelli e Susanna Cutini.

Cibo Nostrum. Da sinistra a destra: Salvatore Randazzo, Angelo Barbagallo, Federico Mocci, Ettore Secchi, Luciano Sabeddu

Gli chef della delegazione FIC Belgio, sezione Paesi Bassi.  Da sinistra a destra: Salvatore Randazzo, Angelo Barbagallo, Federico Mocci, Ettore Secchi, Luciano Sabeddu

A Piazza Badia, tra il brulicare della gente, incontro la delegazione di chef guidati da Federico Mocci, capo area della F.I.C. Belgio, sezione Paesi Bassi. Insieme a Luciano Sabeddu, Ettore Secchi, Angelo Barbagallo, Salvatore Randazzo e Claudia Perez, la delegazione belgo-olandese ha preparato due piatti tipici della tradizione sarda: il primo è la burrida alla cagliaritana, il cui ingrediente principe è il gattuccio, pesce della famiglia degli squali, condito con salsa ottenuta dal fegato dello stesso pesce, noci tritate e aceto. L’altro piatto sardo è i malloreddus alla campidanese, ossia gnocchetti sardi al sugo di salsiccia al finocchietto selvatico, pomodoro, zafferano e pecorino sardo. Angelo Barbagallo e Salvatore Randazzo, due chef siciliani che operano in nei Paesi Bassi, hanno preparato la tartara di sgombro di cui ci hanno gentilmente fornito la ricetta che trovate in fondo a questo articolo.

Cibo NostrumL’evento è durato fino a tarda serata, momento in cui in cui la perla ionica appare ancora più magica e vivace del solito. Gli innumerevoli protagonisti dell’insolito buffet sono stanchi ma soddisfatti e pronti a sorridere per l’ennesima foto. Tra di loro si aggira, instancabile, Antonio Iacona, che ha curato l’Ufficio Stampa dell’evento e ha fatto sentire a casa non solo i giornalisti di professione, ma anche i narratori più schivi di questa straordinaria esperienza di gusto. Un evento riuscitissimo, un percorso sensoriale indimenticabile, una storia da raccontare, ricordare e rivivere.

Cibo Nostrum. La tartara di sgombro degli chef Angelo Barbagallo e Salvatore Randazzo

Si ringrazia Alessandro Castagna per questa foto

Ecco la ricetta realizzata dagli chef Angelo Barbagallo e Salvatore Randazzo:

Tartara di sgombro agli agrumi di Sicilia e gelsomino

Per 4 persone

250 gr di sgombro fresco sfilettato e senza pelle
3 arance
3 limoni
200 gr di farina 00
100 gr di burro
3 tuorli d’uovo
olio extravergine d’oliva
semi di finocchio
fiori di gelsomino
sale e pepe

Preparare il crumble: disporre a fontana la farina e mettervi al centro il burro freddo a pezzetti. Sfregare farina e burro fino ad avere una massa di piccoli grumi. Rifare la fontana e mettevi al centro una presa di sale e i tuorli. Amalgamare rapidamente gli ingredienti. Mettere l’impasto in frigo a riposare per 20 min. Foderare una teglia con carta forno e sbriciolare nuovamente l’impasto e infornare a 180 gradi per circa 30 minuti (la frolla deve essere dorata).

Prendere lo sgombro e tagliarlo a brunoise, metterlo in una ciotola e condire con olio, sale, pepe, semi di finocchio e un quarto di bicchiere con succo di arancia e limone.
Ricavare la scorza di limone e arancia facendo attenzione a non grattugiare la parte bianca. Usarne metà per marinare il pesce, conservare il resto per decorare il piatto.
Lasciar marinare lo sgombro al massimo 10 minuti, altrimenti diventa bianco.

Presentazione:
Mettere un coppapasta al centro del piatto e servire la tartara marinata e scolata di eventuali liquidi. Decorare con il crumble, i semi di finocchio, la scorza di agrumi e i fiori di gelsomino.

 

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Cettina Callea

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