Dalla 27ª edizione del Merano WineFestival gli undici Award Platinum che ci hanno impressionato di più

La 27esima edizione del Merano WineFestival ha lasciato proprio il segno, per l’an e il quantum! Numeri impressionanti, l’8.5% in più di visitatori rispetto all’edizione precedente e con il ricordo di una carrellata di eventi e novità che hanno reso brillante e sempre più di qualità questa edizione. Ha molto da festeggiare Helmuth Köcher, patron della kermesse meranese, con le oltre 11 mila presenze totali durante le cinque giornate del festival. L’affluenza maggiore nella giornata di sabato, che oggettivamente ha reso la Kurhaus e soprattutto il salone delle feste, Kursaal, impraticabile. Come in un’arena, i moderni gladiatori del vino hanno letteralmente assaltato i banchetti delle oltre 950 case vitivinicole selezionate, più che raddoppiate nel corso di soli due anni.

Le commissioni d’assaggio capitanate dal WineHunter Helmuth hanno degustato oltre 5.000 etichette di cui poco più di 2.500 sono entrate a far parte della guida The WineHunter Award, consultabile gratuitamente sul sito award.winehunter.it. I vini con un punteggio da 88 a 89,99 su 100 si sono aggiudicati l’Award Rosso, quelli con un punteggio da 90 a 94,99 il Gold, mentre solo 34 sono stati i vini premiati con l’ambitissimo The WineHunter Award Platinum, il premio più importante della selezione, assegnato ai vini che si sono distinti per eccellenza, unicità e che hanno ottenuto un punteggio maggiore di 95/100.

Noi di Gastronomia Mediterranea, sfruttando la competenza delle commissioni, siamo partiti propria da questa superselection per esprimere le nostre preferenze, scegliendo così i nostri undici vincitori della manifestazione.

Eccoli in ordine di apparizione

Letrari – 976 Riserva Del Fondatore Trento DOC 2008: un metodo classico che nel nome racchiude la storia della cantina fondata nel 1976 da Lionello Letrari, il compianto “Nello”, così come lo chiamavano in zona, colui che ha cambiato il modo di intendere e vedere la viticultura trentina. Precursore del suo tempo, negli anni ’60 fu tra i primi ad imbattersi in tagli bordolesi e insieme ad altri 5 amici, fondò una delle prime case spumantistiche totalmente dedite al metodo classico. Un Pinot Nero e Chardonnay (50&50) che non si degusta, non si assaggia, non si beve, ma si ascolta per sentire l’anima più pura di questo vino.

Marisa Cuomo – Fiorduva 2016 Furore Costa D’Amalfi Bianco DOC: il sale, il vento e la roccia sulle cui pendici sono allevate le sue uve. Una terra di confine tra il cielo e il mare che, grazie alle ceneri vulcaniche del Vesuvio, ridà ai tre vitigni del Fiorduva (Ginestra, Ripoli e Fenile) quel salmastro, quello iodio, quella spiccata mineralità che naturalmente si fondono con gli agrumi della costiera amalfitana ed il profumo dei fiori di ginestra.

Castelfeder – Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2015 Alto Adige-Südtirol DOC: già vincitore del Concorso enologico nazionale delle Giornate altoatesine del Pinot Nero, all’olfatto è raffinato, regale, il sorso è già molto equilibrato, rotondo, da goderne da subito.

Le Macchiole – Paleo Rosso 2015 Toscana IGT: anteprima che consegnerà agli annali questa annata del Cabernet Franc, la ricerca spasmodica della migliore espressione del territorio di Bolgheri di una grande donna del vino, Cinzia Merli. I frutti scuri si susseguono e si inseguono, una balsamicità prevalente ed i sentori erbacei che fanno capolino a richiamare la tipicità del vitigno. Energico, rotondo e succoso il sorso. Una freschezza scalpitante che vivacizza il finale lunghissimo.

Monteverro – Monteverro 2014 Toscana Rosso IGT: i sentori e i sapori della Maremma più vera. Macchia mediterranea e sentori di sottobosco per il più classico dei bordolesi che in assemblaggio si adatta alla bontà dell’annata (40% Cabernet Franc, 30% Cabernet Sauvignon, 20% Merlot, 10% Petit Verdot). I piccoli frutti rossi fanno “crunch”, è elegante, suadente, accattivante, potente. Il sorso è caratterizzato da una scia balsamica e speziata e con quel tocco di menta piperita che rende lunghissimo il finale.

Poderi Einaudi – Luigi Einaudi 2013 Langhe Rosso DOC: il vino del Presidente! Dalla cantina fondata da Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica italiana eletto democraticamente, un assemblaggio di Cabernet Sauvignon (30%), Nebbiolo (30%), Merlot (20%) e Barbera (20%) da invecchiamento. Color rosso granato intenso, naso ricco di prugna cotta e vaniglia. Finale lungo e speziato per un vino nato nel 1997 per celebrare il centenario della fondazione dei Poderi ed omaggiare il suo fondatore.

San Leonardo – San Leonardo 2013 Vigneti Delle Dolomiti IGT: non poteva mancare all’appello il “SuperTrentin” per eccellenza (60% Cabernet Sauvignon, 30% Carmenère, 10% Merlot), quel San Leonardo prodotto dai Marchesi Guerrieri Gonzaga nato per un’intuizione del Marchese Carlo. Finezza, eleganza, rigore aristocratico, armonia, vitalità. Un vino nobile d’altri tempi rimasto sempre coerente al suo stile senza compromessi.

Capezzana – Villa Di Capezzana 2008 Carmignano DOCG: vino riproposto sul mercato in 3.000 esemplari dopo 10 anni. L’intento è mostrare quanto questo Sangiovese di Carmignano (con a saldo 20% di Cabernet Sauvignon), così affascinante con le sue note di ciliegie sotto spirito e foglie d’alloro e ancora molto vivo con questa sua persistenza mentolata, può evolvere ed esser longevo. Un peccato che Vittorio Contini Bonacossi, che insieme al fratello e alle due sorelle gestivano l’azienda, prematuramente scomparso durante questo nefasto anno per l’enologia italiana, non sia riuscito a godere di quest’entusiasmante risultato.

De Buris, Tommasi Family Estates – De Buris 2008 Amarone della Valpolicella Classico Riserva DOCG: l’Amarone che non c’era, o meglio, l’Amarone di una volta, il lusso del tempo, perché al giorno d’oggi è un lusso attendere 10 anni per un vino: si dice che il tempo è galantuomo, qui anche il vino lo è. Dieci anni di pazienza e dedizione. Un classico senza tempo, perché realizzato secondo il rigore che il metodo storicamente impone. Quasi 2 ettari di Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta collocati sulla porzione più alta de La Groletta, il cru simbolo della Valpolicella Classica, dedicati esclusivamente a De Buris per catturare l’essenza più profonda di questo terroir. Un vino austero, potente, raffinato e seducente che trascorre 5 anni in botti di rovere da 35 hl, un anno in acciaio e 4 anni in bottiglia prima di veder la luce.

Kellerei Tramin – Terminum 2015 Gewürztraminer Vendemmia Tardiva Alto Adige-Südtirol DOC: probabilmente la miglior vendemmia tardiva del panorama enologico italiano, così avvolgente con le sue note di frutta esotica e albicocca candita e per nulla stucchevole grazie ai quasi 7 g/l di acidità totale.

Tenuta di Artimino – Occhio Di Pernice 2011 Carmignano Vin Santo DOC: cantina portabandiera del Carmignano docg, 50% Sangiovese, 10% Canaiolo, 10% Aleatico, 10% Trebbiano Toscano, 10% Malvasia Bianca Lunga, 10% San Colombano che trascorrono oltre 5 anni in caratelli da 50 litri e che regalano colori e sentori tipici del vin santo tra note di fichi secchi, noci, mandorle e zest di limone. Dolce ma non troppo, è bilanciato da una vena acida che sorregge il tutto.

In attesa della prossima edizione che si terrà dall’8 al 12 novembre 2019, il nuovo anno del WineHunter ripartirà il 26 e 27 gennaio con la quarta edizione di Wine&Siena.

[Photo Credit: Antonio Cimmino; Uff. Stampa MWF]

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Antonio Cimmino

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