Identità golose per elisa e giulia

Non ha bisogno di presentazioni Identità Golose, il primo congresso italiano di cucina d’autore che si tiene a Milano dal 2005, nato da un’idea di Paolo Marchi ed organizzato da Claudio Ceroni e Magenta Bureau.
Fiumi di parole si sono versati su Identità Golose, chissà quanti altri se ne verseranno. Noi abbiamo pensato di interpellare chi da anni ci lavora, dietro le quinte, lontano dalle luci della ribalta, ma sempre con serietà, competenza e con il sorriso sulle labbra.
Abbiamo posto alcune domande ad Elisa Pella, ufficio stampa, e a Giulia Corradetti, che cura la parte logistica ed organizzativa degli interventi degli chef, che ringraziamo di cuore per aver trovato un po’ di tempo da dedicarci nel pieno dei lavori per il Congresso.

La tua prima Identità Golose.
Elisa:  A febbraio 2008, l’ultima edizione che si è svolta a Palazzo Mezzanotte. Un bel ricordo.

Giulia:  Anche per me febbraio 2008, ultima edizione a Palazzo Mezzanotte. Ho partecipato all’edizione 2007 come visitatrice, sono arrivata a Milano a novembre dello stesso anno subito dopo la conclusione dell’università a Parma e dopo tre mesi ero immersa nella mia prima esperienza. Tutto incredibilmente eccitante!

 

Cosa è cambiato da quella prima esperienza?
E. Prima di tutto gli spazi! Poi allora non conoscevo veramente nessuno, dovevo guardare le foto per riconoscere gli chef!

  1. Dal punto di vista lavorativo sicuramente sono cambiate le competenze, invece dal punto di vista del congresso sono cambiati gli spazi, il numero di chef coinvolti, gli afflussi. E poi alla mia prima edizione non conoscevo così bene gli chef!

 

Il ricordo più bello di questi anni.
E. Mi piacciono i momenti di backstage, vedere gli chef che si incontrano, si abbracciano, si aiutano. Che non si conoscono, arrivano da paesi diversi e parlano lingue diverse, ma si capiscono e si stimano subito. E poi il calore della Sala Auditorium quando tocca a Massimo Bottura è sempre emozionante, anche se di solito non riesco quasi ad entrare!

G. La soddisfazione di portare a termine un grande evento che vive di tantissimi momenti e coinvolge molte persone. Il lavoro di squadra che si intensifica nei mesi prima dell’evento e che viene poi messo a frutto. La gioia di conoscere e ritrovare tanti chef, che spesso arrivano da svariate parti del mondo, e di vederli interagire tra loro, confrontarsi e aiutarsi. 

 

La richiesta più stramba.
E. Non scenderei nel dettaglio, ma ti dico che rispondendo alle richieste di accredito si legge di tutto!

G. Curando la parte logistica e organizzativa di tutti gli interventi degli chef nelle sale congressuali, ricordo due richieste particolari: uno chef ha chiesto di trovare al suo arrivo al congresso dell’ossido di calcio, un altro invece ha richiesto una ventina di mattoni per costruire una sorta di barbecue.

 

Il relatore più emotivo e quello più disinvolto.
E. No, dai, non voglio fare nomi! Ti dirò un aneddoto: ricordo che Mauro Uliassi all’edizione 2013 di Identità New York mi ha sorpresa e molto divertita preparandosi una lezione tutta in inglese con accento marchigiano! E poi non vedo l’ora di rivedere Bo Songvisava e Dylan Jones che lo scorso anno sono forse quelli che mi hanno più colpita.

G. Sicuramente ci sono chef più carismatici e loquaci di altri, ma c’è sempre quello che nei giorni prima del congresso mi dice “Giulia, sono agitatissimo, sicuramente mi bloccherò sul palco” e poi in realtà va alla grande e non vorrebbe più scendere!

 

Ti sei sentita persa quando…
E. Ma no, persa no, c’è la squadra! Siamo in tanti e ci aiutiamo. Poi di ritorno in ufficio ci scambiamo racconti sui momenti di panico di ognuno e si fanno delle grandi risate, ma questi sono “Magenta secrets!”

G. Persa mai. Ci si aiuta nei momenti di difficoltà.

 

Cosa ti aspetti da questa XI edizione?
E. Spero di godermela un po’ perché il tema è interessantissimo. In realtà lavoriamo mesi alla preparazione del Congresso ma poi difficilmente riusciamo a seguire le lezioni. Quando leggo gli articoli per la rassegna stampa di solito scopro che sono successe un sacco di cose di cui non mi sono nemmeno accorta! Mi interessa moltissimo quello che avranno da dire gli chef su questa “Sana Intelligenza”, credo che contenga la chiave per un futuro alimentare migliore, senza dimenticarci che qui siamo tutti golosi, quindi la “testa” non può prescindere dal gusto!

G. Sempre più idee, spunti e condivisioni tra chef provenienti da varie parti di Italia e del mondo. Io sono molto golosa e amo il cibo, ma bisogna goderne consapevolmente e i cuochi sono artefici e promotori di questo.

Identità Golose, 8-10 febbraio 2015, Milano Via Gattamelata Gate 15.

Foto Castiglioni.

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Lydia Capasso

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