Il forno per il pane di Hof ter Musschen (La Cascina dei Passeri)

C’è uno spicchio di campagna che si nasconde tra la superstrada che porta all’aeroporto e uno degli ospedali più grandi di Bruxelles: è un angolo bucolico sconosciuto ai più, dove girano le pale di un mulino, la natura fa il suo corso sulle sponde del torrente e i cavalli della Polizia si ritirano in pensione dopo anni di attività. È Hof ter Musschen (La Cascina dei Passeri), con il suo forno per il pane.

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La prima vita del forno inizia con il 1800, quando fu costruito per contribuire alle necessità di sostentamento degli abitanti della cascina. È un piccolo edificio di una ventina di metri quadrati, a una decina di metri dalla casa, com’era uso, per diminuire i rischi d’incendio. Funzionava ogni tre giorni, cuocendo un massimo di 35 grandi pani.

Copyright © 2004 CEBE-MOB

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Dopo il 1943, un forno elettrico lo sostituì, quello a legna fu abbandonato, diventò un ricovero per gli attrezzi e nessuno se ne curò più. Con la morte dell’ultimo fattore, nel 1985, la cascina seguì la stessa sorte.

La città nel frattempo crebbe intorno alla fattoria.

Il Comune, che ne era diventato proprietario e che l’aveva definita “sito protetto” nel 1988, si accordò con la compagnia aerea nazionale che cercava una sede sociale. La società procedette al recupero dell’edificio centrale, ma non rispettò il capitolato fino in fondo e ignorò il forno.

È all’inizio del nuovo millennio che inizia la seconda vita del forno. L’associazione CEBE, che ha l’incarico di gestire la riserva naturale corrispondente ai terreni della fattoria, decide di salvare il forno. La Regione e la Soprintendenza assicurano i finanziamenti e affidano all’associazione la responsabilità dell’utilizzo del forno, della sua apertura al pubblico e delle relative animazioni.

La ristrutturazione inizia nel 2004, il forno è attrezzato nel 2006 e la prima infornata sperimentale ha luogo il 21 aprile 2007.

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Da allora, l’associazione organizza corsi mensili di panificazione tradizionale da aprile a ottobre – con liste d’attesa lunghissime -, sensibilizza il pubblico sulla qualità degli ingredienti che fanno buono il pane, forma nuovi animatori che sappiano non solo trasmettere le competenze di panificazione ma anche gestire tutte le fasi di accensione, spegnimento e manutenzione del forno e che, chissà, possano dare nuova vita ad altri forni dimenticati. Più recentemente l’associazione ha deciso di aprire il forno una volta in più ogni mese per offrire agli appassionati la possibilità di andare a cuocere il loro pane fatto in casa.

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Questo manipolo di appassionati visionari, non pago di aver salvato il forno, vuole aumentare le attività creando un circolo virtuoso.

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Progetta, infatti, di piantare farro biologico nei campi della fattoria, di rimettere in funzione il mulino presente sulla collina e offrire attività educativo-dimostrative di macinazione, secondo le tradizioni dei mugnai d’altri tempi. Nel frattempo ha anche rinnovato il frutteto e ha intenzione di usare la farina e il forno anche per produrre dolci a base di pere, mele, prugne e ciliegie ora di nuovo disponibili, secondo la filosofia che mira a salvare il passato per costruire un futuro più sostenibile e buono.

CEBE asbl
Commission de l’Environnement de Bruxelles et Environs asbl
Rue J-B Mosselmans 44
B-1140 EVERE
email:
info@cebe.be

Tutti i dettagli sulla storia del forno e le attività di panificazione (ricette incluse) sono disponibili QUI.

      

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Claudia Mondino

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