Il gusto di Proust di Cristina Bowermann

Il gusto di Proust di Cristina Cristina Bowerman, pugliese di Cerignola, nonchè dottoressa in giurisprudenza con un importante passato di studi forensi e culinari negli States. Nel 2006 si è fermata a Trastevere a Glass Hostaria, con il suo compagno di vita e di lavoro, Fabio Spada. E’ mamma onché stella Michelin dal 2010.

Ha solo qualche mese di vita la sua nuova avventura, Romeo, intrapresa insieme a Fabio e alla premiata ditta Roscioli.

La ringraziamo di cuore per essersi prestata con grande entusiasmo a giocare con noi al “Gusto di Proust, ovvero il questionario di Proust a gusto nostro”.

Come definiresti la tua cucina, in tre aggettivi?
Moderna, rispettosa e aperta

Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
Una capra, germogli d’aglio e una pianta di peperoncini. A patto che possa avere la quantitá di spaghetti pari ad infinito!

Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli?
Non me lo ricordo, ma ho la sensazione che siano stati tanti i flop! Ricordo perfettamente una bistecca di alce preparata con grande cura e amore…da parte mia, poichè lei mi ha sicuramente odiata, visti i risultati!

Qual è il tuo peggior difetto?
La testardaggine.
E la tua migliore qualità?
La testardaggine.

Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
Chiodo di garofano. Mi ricorda il dentista.

Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
Grant Achatz…. nonostante tutto, nonostante il tumore, nonostante… è forte, è appassionato ed è bravissimo!
Nel mondo non enogastronomico, tante sono le eroine e gli eroini: mia suocera, mia nonna, giusto per fare un paio di esempi. Io sostengo, comunque, che c’è sempre una parte degli altri che manca a noi e che ci deve ispirare.

Qual è il primo ricordo che hai di te stessa ai fornelli?
Crema pasticcera con mio padre. Forse 5 anni.

Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
Risotto con brodo di paranza, rapa bianca, mela verde, crème fraîche e canocchie.

Qual è l’ultimo libro che hai letto?
Katz, l’arte della fermentazione.

Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
Tagliatelle home made con cardoncelli e pancetta di mio padre. Meglio con un po’ di tartufo nero.

Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
Stati Uniti perchè ci trovi tutto il mondo.

Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Ascoltare musica, possibilmente con cuffie mentre leggo.

L’ingrediente da riscoprire.
La lingua. In tutte le salse! La lingua di vitello (la mia preferita) é davvero un gran taglio. Saporita, non particolarmente costosa, gran valori nutrizionali considerando la bassa percentuale di grasso e l’alto apporto proteico.

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Redazione GIEMME

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