Il gusto di Proust di Gianluca Fusto

Ci si può trovare in forte imbarazzo nello scrivere due righe di presentazione per Gianluca Fusto, ho come la sensazione che qualunque cosa io scriva possa suonare grandemente riduttivo o fortemente ridondante.
Gianluca ha un curriculum che farebbe impallidire chiunque: ha lavorato con Alain Ducasse, con Gualtiero Marchesi e con Aimo Moroni ed è, senza tema di essere smentita, uno dei più grandi maestri pasticcieri e cioccolatieri che ci siano in circolazione.
Oggi gira il mondo facendo corsi e consulenze, ma noi gli auguriamo, e ci auguriamo, possa aprire presto uno spazio dolce tutto suo a Milano.
In libreria, edito da Gribaudo, da qualche giorno è il suo secondo libro, il primo per i non professionisti: “Le mie 24 ore dolci”, con testi di Linda Massignan, fotografie di Francesca Brambilla e Serena Serrani ed una selezione di sessanta ricette d’autore proposte ad un pubblico non specialistico.
Tra un aereo ed un treno Gianluca ha risposto al nostro “Gusto di Proust”, e noi gliene siamo grati.

1) Come definiresti la tua cucina, in tre parole?
In ordine alfabetico: arte, ingredienti, rispetto.

2) Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
La mia Linda, un blocco di cioccolato (che sia di origine peruviana, di Illanca per la precisione) ed un pallone.

3) Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli?
I ravioli preparati con mia madre Annamaria.

E il più recente?
    Oggi, un’ora fa (giovedì pomeriggio per chi legge, NdR) con dei cioccolatini.

4) Qual è il tuo peggior difetto?
Cerco sempre la perfezione.

E la tua migliore qualità?
Cerco sempre la perfezione
.

5) Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
Il peperoncino, anche se in realtà sto pensando di sdoganare anche quello.

6) Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
Il modello da seguire in pasticceria per me è Pierre Hermé.

7) Qual è il primo ricordo che hai di te stesso ai fornelli?
Io e mia madre che ridiamo dietro una nuvola svolazzante di farina.

8) Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
La torta lucente, dedicata alla Sicilia, con mandarino di Ciaculli, yogurt e mandorle di Noto.

9) Qual è l’ultimo libro che hai letto?
La scienza in pasticceria.

10) Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
Un bel tiramisù.

11) Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
Il Giappone.

12) Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Cerco di arricchire la mia cultura a 360°.

Un ingrediente da riscoprire.
Il mandarino.

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Redazione GIEMME

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