Il gusto di Proust di Matias Perdomo

Il Gusto di Matias Perdomo E’ il terzo appuntamento questo con “Il gusto di Proust, ovvero il questionario di Proust a gusto nostro”. E’ il turno stavolta di Matias Perdomo, lo chef vulcanico e creativo del Pont de Ferr. Classe 1980, uruguaiano nato a Buenos Aires, felicemente approdato sui Navigli milanesi al ristorante di Maida Mercuri e dal 2011 stella Michelin.

Nei suoi piatti trovate tutta quella calda generosità e quel pizzico di sana follia che fanno di Matias un grande uomo oltre che un grande chef.

Come definiresti la tua cucina, in tre aggettivi?
La nostra cucina mi piace definirla SINCERA, DIVERTENTE E SENZA FRONTIERE.

Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
Porterei sicuramente del fuoco e due maiali, un maschio e una femmina!

Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli? E il più recente?
Il primo flop: avevo 17 anni e facevo lo chef in un ristorante in Uruguay ; avevo fatto una sorta di budino di pesce e un amico del ristorante mi ha detto: sembra un soufflé; e ignorando completamente la rigidità di quella preparazione decise di chiamarlo così. A metà servizio sfortuna volle che seduto al tavolo ci fosse il più grande critico gastronomico del mio paese… il finale immaginatelo voi… L’ ultimo flop: a un tavolo super importante mi è rimasta attaccata la carta da cucina in una preparazione; per fortuna il cliente l’ha semplicemente spostata e ha continuato a mangiare…

Qual è il tuo peggior difetto? E la tua migliore qualità?
Sono uno che cambia umore spesso nell’ arco della giornata. La migliore qualità la sto ancora cercando, preferisco vedere gli sbagli e lavorare su quelli.

Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
Non escludo mai nessun ingrediente ma sinceramente non amo usare il pepe nero.

Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
Gastronomicamente parlando JOAN ROCA.

Qual è il primo ricordo che hai di te stesso ai fornelli?
Mi piaceva cucinare sempre e da piccolo tante volte lo facevo per necessità; invitavo a casa i miei amici a mezzogiorno dopo la scuola e cucinavo una pasta condita solo con la cipolla super appassita che ci piaceva moltissimo.

Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
Come gioco e divertimento penso sia la cipolla di zucchero soffiato.

Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Las venas abiertas de America latina” (Eduardo Galeano).

Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
Spaghetti al pomodoro. Buoni, però!

Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
Il paese che mi attrae di più è la Cina.

Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Dedicarmi un po’ alla mia famiglia.

Lascia un piccolo consiglio ai nostri lettori: un ingrediente da riscoprire
L’unico consiglio che potrei dare è quello di cercare di cucinare un po’ di più a casa propria, è un gesto d’amore verso noi stessi. Non surgelati, prodotti freschi di stagione.

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Redazione GIEMME

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