Juice truck, le nuove frontiere del succo

L’idea è al tempo stesso semplice e geniale: trasformare la frutta (soprattutto mele, ma anche cotogne, pere e kiwi) in succo pastorizzato direttamente dove la frutta è raccolta, per rispondere alle necessità dei privati che non hanno la capacità di trasformazione dei professionisti nè le loro possibilità logistiche.

E questo nel giardino di casa, nel cortile della scuola, sulla piazza del paese, ad una fiera campestre, in un’atmosfera che immaginiamo conviviale in cui tutti si scambiano astuzie, ricette e consigli. Bastano un melo, che produce in media 100 kg di frutta che possono diventare 50/75 litri di succo, una  prenotazione, per telefono o via mail, 80 metri quadrati per parcheggiare il camion e allestire le attrezzature (tutte in inox alimentare), un accesso al sistema idrico e un contenitore per gli scarti.

I camion svolgono in loco tutte le fasi del processo: per prima cosa, la frutta è lavata, anche se per non compromettere il risultato è meglio se la frutta, raccolta in stagione, matura e sana, arriva già selezionata e liberata di foglie, rametti ed eventuale terriccio. Poi viene sminuzzata, schiacciata, viene estratto il succo, filtrato e pastorizzato a 80 gradi. Immediatamente dopo, prima che la temperatura scenda sotto i 75 gradi, il succo è confezionato in cubix, contenitori di plastica da 3 o 5 litri che non rilasciano sostanze tossiche al contatto con liquidi caldi e sono riutilizzabili. 100 kg di frutta, che sono il minimo, sono processati in 10 minuti. Il prezzo è stabilito non in base al peso della materia prima ma in base al numero di contenitori riempiti alla fine della trasformazione. Il prezzo, che diminuisce all’aumentare della quantità, è di circa € 1  al litro, cui aggiungere il costo del contenitori.

Il tenore di zucchero non è modificato e il succo non è chiarificato, ragione per cui si formerà un deposito sul fondo del contenitore e converrà agitarlo prima dell’uso. Il succo si può consumare entro l’anno e, una volta aperto il contenitore, entro 8 settimane. I contenitori sono infatti dotati di un rubinetto che previene il contatto con l’ossigeno anche una volta aperti, un vantaggio rispetto alle bottiglie di vetro. I contenitori devono essere conservati al riparo dalla luce, dal freddo ed, eventualmente, dai topi.

I camion offrono i loro servizi anche ad associazioni e scuole, sottolineando l’indubbio valore educativo di una simile ‘esperienza’, ma suggerendone anche la redditività in caso di raccolte fondi per autofinanziamento, al posto delle più classiche vendite di torte, bigliettini o lavori di bricolage.

Nel caso anche professionisti fossero interessati, il camion può trattare fino a 10 tonnellate di frutta al giorno, corrispondenti ad una produzione massima di 6000 litri di succo. È inoltre possibile accordarsi affinché il processo si limiti ad alcuni passaggi: solo la pastorizzarione, oppure solo l’estrazione del succo, per quanti volessero lasciarlo fermentare e produrre sidro.

Aspettiamo fiduciosi che altri imprendotori si organizzino per offrire un servizio analogo trasformando le pesche in marmellata e i pomodori in salsa senza sporcare neanche una pentola.

Le foto sono tratte dai siti delle due società:
www.lecamionquipresse.com
www.mobipresse.be

 

            

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Claudia Mondino

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