La XXI edizione della Mangialonga, che racchiude nel nome il suo significato, si è appena conclusa. Oltre mille partecipanti, iscrizioni chiuse dopo appena 4 giorni dall’apertura ed una lunga lista di attesa in piazza, armata di cappellino e crema solare.
12 km da percorrere camminando, 8 tappe da consumare masticando, bevendo e ballando. Io c’ero. E ora ve la racconto.
Partenza scaglionata, a gruppi di 200 circa, dalle 10 alle 12, dopo un piccolo tratto che porta fuori dal centro, ecco il sentiero e il panorama che si apre.
Ulivi, fiori, verde, e piccoli borghi che aspettano con le tavole imbandite e i piatti della tradizione levantese.
7 paesi raggiunti e attraversati, 9 piatti assaggiati: focaccia, fugassette, farinata, pasta con verdure, bruschette con le alici, seppie in zimìn, caponata alla levantese, parmigiano e passito, pesche al vino rosso, ciambella e caffè.
Ho incrociato toscani, piemontesi, emiliani, francesi e liguri, naturalmente.
Mi ha sorpresa la partecipazione di tanti giovani, davvero tanti, di famiglie con bambini anche piccolissimi, trasportati nello zaino, sui sentieri dell’entroterra di Levanto.
Solo sorrisi, canti e balli, uniti nel comune intento di divertirsi e mangiare in compagnia, assaggiando i sapori di questa terra, godendo dell’ospitalità della gente, che è molto più ospitale di quel che si racconta.
Ogni piatto degustato era curato, il vino fresco e godibilissimo, le porzioni generose. E per una manifestazione di questo calibro non era scontato.
Una ricetta per ricordo? Quella che ci ha insegnato la signora Carla, 82 anni passati in cucina, prima a dar mano a mamma e poi a servire i clienti dell’hotel che ha gestito per tutta la vita.
L’abbiamo incontrata nella piazza della Loggia, microfono alla mano, spiegava a noi, Valentina, Roberto, re del pesto, Panizza, ed io, come preparare le seppie in zimìn, i gattafin, le fugassette.
Racconta Carla: “Io faccio tutto a occhio, non ho mai usato una bilancia in cucina, per le seppie, prendete una cipolla, tritatela grossolanamente, stufatela nell’olio fino a che si ammorbidisce, aggiungete un trito di sedano, poco sale, le seppie tagliate a listarelle e sfumate con un bicchiere di vino bianco, aggiungere le bietole tagliate a listarelle solo verso la fine della cottura, che avverrà in circa 40’, c’è chi mette ceci, o pomodoro, o patate, io non metto nulla, i ceci san sempre di ceci e non prendono o dan sapore” (nella tappa di Dosso, nelle seppie assaggiate, i ceci c’erano, ed era rossa)
Questa è la ricetta che mi ha passato il consorzio Occhioblu, che organizza la Mangialonga:
- Seppie in zemino (Zemin de seppie)
Ingredienti:
- 1 kg di seppie
- 1 mazzo di bietole (meglio se coste)
- 1 carota
- 1 cipolla grossa
- 2 coste di sedano
- salvia
- 1 spicchio d’aglio
- rosmarino
- 2 foglie di alloro
- qualche fogliolina di maggiorana
- 2 pomodori lessati (focoltativi; in questo caso si definisce rosse)
- olio di oliva extra vergine
- sale
- pepe
- peperoncino
- vino bianco 1 bicch.
- 4 cucchiai di pinoli Preparazione:
- Tritare finemente carota cipolla e sedano
- soffriggere con i sapori e l’aglio sbucciato e schiacciato e i pinoli
- pulire le seppie e tagliarle a listarelle
- se le seppie sono molto grasse consiglio un piccola bollitura
- pulire le bietole e tagliarle a liste grossolane
- aggiungerle al soffritto e farle un po appassire
- aggiungere le seppie (e se si vuole i pomodori sbollentati privati della pelle)
- sfumare col vino
- salare leggermente
- cuocere per ca. 30 minuti fino a che le seppie saranno cotte e il tutto sarà “ristretto”
- pepe e/o peperoncino secondo gusto
- servire con crostini di pane
Consigli?
Fate di Levanto la base per visitare le Cinque Terre, ma non esitate a visitare Levanto.
La parte medioevale e il duomo
La ciclabile Levanto – Framura, ricavata sull’antico tracciato della ferrovia, regala scorci mozzafiato
Fermatevi da Raso a comprare la Focaccia e alla Pasticceria Bianchi per la colazione o per l’aperitivo, favolosa a partire dagli arredi. Merita da sola il viaggio.
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ph: silvia lanconelli, silvia moggia