Limoni IGP d’Italia

Nella Casa dei cubicoli floreali, a Pompei, detta anche, e non per nulla, Casa del frutteto, occhieggia, tra affreschi raffiguranti ciliegi, susini e fichi, un albero di limoni. E c’è chi si è chiesto, sulla base di questa e di altre testimonianze artistiche: sono stati davvero gli Arabi a portare il limone in Italia, come si ritiene, o era presente nel nostro territorio molto prima del loro arrivo, grazie alla diaspora ebraica, o forse all’espansione dell’Impero romano?
Certo è che, quale che sia l’origine della coltivazione del limone nella penisola, il giallo agrume ci si è ambientato talmente bene da diventare un elemento distintivo del paesaggio, capace di colpire i viaggiatori stranieri in ogni tempo, con la vividezza dei suoi colori contrastanti con lo sfondo azzurro del mare.

Ne sono ricordo arcinoto i versi di Goethe:

“Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d’oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l’alloro
Lo conosci tu bene?”

e le innumerevoli descrizioni degli agrumeti dei viaggiatori del Grand Tour, con in testa Dumas.
Si è ambientato alla perfezione, il limone, anche là dove la natura del territorio rende particolarmente ardua la cura dei frutteti e la raccolta dei frutti, trasformando il lavoro del coltivatore in una sfida; come sulla Costiera Amalfitana e su quella Sorrentina o sul litorale messinese, dove i limoneti si aggrappano alla costa impervia grazie ai terrazzamenti delimitati da muretti di pietre a secco in funzione di contenimento, le cosiddette macere, macerine, o armacie, o armacere. Ed è proprio nelle terre aspre e in comunione col mare, anzi, che i limoneti danno il meglio di sé, producendo frutti che ben poco hanno a che vedere con i globi lisci e dall’aspetto vagamente plastificato che troviamo in buona parte della grande distribuzione; limoni dal profumo intensissimo, quasi inebriante, dal succo abbondante e dalla polpa talvolta così poco aspra da poter essere consumati al naturale, tagliati a fette, in insalata, con olio, menta, aceto, sale o gli ingredienti previsti dalla tradizione locale.
Sono cinque le varietà di limoni che, in Italia, possono fregiarsi del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta), mentre una sesta, il Limone di Rocca Imperiale, in Calabria, è in attesa della certificazione definitiva da parte dell’Unione Europea.
Hanno quasi tutte una storia lunga, come il limone Costa d’Amalfi, il cosiddetto sfusato amalfitano, citato già in documenti del X secolo, esportato fin dal XIV, caricato sulle navi della Repubblica di Amalfi per prevenire lo scorbuto che affliggeva gli equipaggi costretti a lunghi mesi di alimentazione priva di vitamina C, che raggiunge poi, a metà del XIX secolo, il mercato statunitense e quello russo, o il Femminello del Gargano, coltivato nella parte settentrionale del promontorio pugliese, lungo la costa, ed esportato nella misura del 60% della produzione già nel XIX secolo, da alcuni ritenuto il più antico limone d’Italia, ma su questo, come sempre, si discute. E se il Limone di Siracusa (cultivar Femminello di Siracusa), certamente presente durante le dominazioni araba e normanna, deve l’inizio della sua coltivazione intensiva ai Gesuiti, che la avviarono nel XVII secolo, anche il Limone di Sorrento (cultivar Ovale di Sorrento o Limone di Massalubrense), fin dall’antichità ospite gradito della Costiera Sorrentina, venne valorizzato grazie alle colture specializzate iniziate dai Gesuiti nel corso del ‘600.
Il quinto limone IGP d’Italia, invece, il Limone Interdonato di Messina Jonica, ha una storia più recente e più curiosa. Coltivato sulla costa ionica della Sicilia, tra Messina e Letojanni, venne selezionato dal colonnello garibaldino Giovanni Interdonato: dopo aver combattuto con alterne fortune al fianco delle Camicie Rosse, si ritirò a vita privata dedicandosi all’agrumicoltura e realizzò un ibrido tra un cedro e una varietà di limone messinese chiamato ariddaru nel suo agrumeto in Contrada Reitano.
Là, in Sicilia, nelle terre d’origine del colonnello Interdonato, così come in Puglia e in Campania, è tradizione chiamare i limoneti “giardini”, abitudine derivata probabilmente dal fatto che un tempo la pianta veniva coltivata a scopo puramente ornamentale, e tuttora, quando si desidera acquistare dei limoni di qualità e privi di trattamenti chimici, si usa chiedere dei “limoni di giardino”.
Quei giardini di delizie realizzati, in molti casi, strappando con difficoltà metri di terreno alla natura, rivestono una funzione protettiva del territorio dal dissesto idrogeologico, ma creano ai loro coltivatori enormi difficoltà di raccolto e trasporto che nessuna tecnica o strumento moderno è riuscito ad alleviare. Il rischio dell’abbandono delle coltivazioni è sempre presente, e da questo punto di vista un impulso alla salvaguardia dei “giardini” è stato dato dal successo del limoncello, il profumatissimo liquore di limoni originario della Campania, la cui produzione assorbe una parte consistente del raccolto, che deve essere effettuato a mano, come prescrivono i disciplinari di produzione dei cinque IGP, in aziende che sono in massima parte di piccole dimensioni e a conduzione familiare.
Antichi o recenti, siciliani, campani o pugliesi, i limoni IGP d’Italia hanno in comune l’eccezionale concentrazione di oli essenziali nel flavedo, cioè la parte esterna della buccia, che conferisce loro un profumo di straordinaria intensità e li rende perfetti per l’uso in cucina e in pasticceria, per la realizzazione di creme, sorbetti, granite, liquori, marmellate, canditi. In più, le dimensioni ragguardevoli, la notevole quantità di succo, la ricchezza di vitamina C, l’acidità moderata e la scarsità di semi sono altre caratteristiche comuni di questi cultivar di pregio.
Attenzione all’etichetta: come prescritto dai rispettivi disciplinari, tanto le confezioni in cui i limoni sono contenuti quanto i prodotti di trasformazione che li impiegano come materia prima (marmellate, liquori ecc.) devono riportare il logo dell’IGP e la denominazione:

Limone Costa d’Amalfi IGP
Limone di Sorrento IGP
Limone di Siracusa IGP
Limone Femminello del Gargano IGP
Limone Interdonato Messina Jonica IGP

         

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Giovanna Esposito

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