La torta paradiso è di Vigoni

Le ricette sono un po’ come i figli. Dai loro la vita, le curi amorevolmente, le accudisci e poi loro crescono, prendono inevitabilmente il volo e vanno in giro per il mondo.
È un po’ quello che è successo alla Torta Paradiso, quella che leggenda vuole essere nata nel laboratorio di Pavia di Enrico Vigoni.
Si perché oggi pare che a ricordarsi delle sue origini  siano rimasti solo i pavesi ed i frequentatori di alcuni carrefour, qualche esselunga e dei pochi negozi (per lo più nel Nord Italia) dove viene venduta confezionata.
Digitare su google torta paradiso significa imbattersi in una miriade di ricette della vera torta paradiso, di quella perfetta, di quella come la faceva la nonna. Nessuna o quasi nessuna fa riferimento al fatto che l’originale sia quella di Vigoni.
Oramai è diventata sinonimo di dolce soffice, friabile e burroso e persino la kinder si è impossessata del suo nome, dimenticando che la torta in questione è iscritta nell’elenco dei prodotti tipici agroalimentari della regione Lombardia con la denominazione Torta del Paradiso, sinonimo “Tùrta Vigon”.
La pasticceria Vigoni nasce a Pavia nel 1878 ed il  Marchese Cusani Visconti chiede al giovane Enrico di creare per lui un “dolce molto particolare”, nasce così quella torta che una noblidonna non esitò a definire “torta del paradiso” e che valse la medaglia d’oro all’esposizione internazionale del 1906.
Lo ammetto: sono un’appassionata di paste da tè, di dolci da forno, di quelli da vecchia zia per intendeci, e le tortine monoporzione di Vigoni sono il mio comfort food d’emergenza, in casa non mancano mai.

paradiso vigoni

Motivo per cui non potevo non andare in pellegrinaggio a Pavia per assaggiare l’unica e vera Torta Paradiso, quella la cui ricetta è gelosamente custodita nel laboratorio della famiglia Vigoni e che fa impallidire tutte, compresa la sua sorella preconfezionata, che a dirla tutta è un po’ più secca di quella burrosa e morbida al lieve sentore di limone assaporata ai tavolini di Strada Nuova o di Viale della Libertà.
Quella che segue è invece la ricetta di Ada Boni, da fare rigorosamente a mano, senza l’aiuto di fruste elettriche ed impastatrici.

TORTA DEL PARADISO  del Talismano della Felicità
Le proporzioni sono:
Burro grammi 500
Zucchero, passato allo staccio fino  grammi 500
Farina grammi 250
Fecola di patate grammi 250
Uova intiere 5, rossi 6
Raschiatura di 2 limoni.

Mettere il burro in una terrina e lavoratelo lungamente con un cucchiaio di legno per montarlo e ridurlo soffice come una crema.
Aggiungete allora a poco a poco lo zucchero, senza smettere mai di mescolare e poi le uova intiere e i rossi sbattuti insieme come per una frittura.
Queste uova vanno aggiunte adagio a cucchiaiate, non aggiungendo una nuova cucchiaiata d’uova se la prima non si è ben amalgamata.
Da ultimo si aggiungono la farina e la fecola mescolate insieme e finalmente la corteccia grattata dei limoni.
Quando si aggiungeranno le farine non si lavorerà più energicamente la pasta col cucchiaio, ma si cercherà di amalgamarle con la più grande leggerezza.
Si unge di burro una grande teglia di 31-32 centimetri di diametro, si spolverizzano di fecola di patate e ci si versa il composto, il quale deve arrivare ai due terzi della teglia.
Si cuoce in forno di moderato calore per un’ora e poi s’inzucchera generosamente con zucchero a velo.

 

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Lydia Capasso

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