Cotoletta e wiener schnitzel: la verità

Se esistesse una classifica delle bufale più eclatanti della storia, quella famosa degli studenti universitari livornesi e delle teste di Modigliani si vedrebbe soppiantare il primato da quella di Felice Cunsolo, della cotoletta e di Radetzky. Con l’unica sostanziale differenza che i giovani livornesi si fecero avanti e confessarono di essere gli autori di una clamorosa burla, Felice Cunsolo, al contrario, perpetrò la sua fandonia che fece presto il giro il del mondo.
Ma procediamo con ordine e cominciamo dalla fine, da un libro scritto da un arguto giornalista, scrittore e storico: Il genio del gusto di Alessandro Marzo Magno, in cui sono svelate le origini a volte inaspettate di molti dei nostri piatti nazionali ed in cui è ben raccontato come in ambito gastronomico il genio italiano abbia conquistato il mondo con intuizioni e invenzioni ma anche semplicemente grazie alla rielaborazione e alla successiva diffusione di usanze, abitudini o piatti ereditati da altre culture.
È nell’aggiornamento appena uscito de Il genio del gusto che Alessandro Marzo Magno mette un punto sulla annosa questione della cotoletta e della wiener schnitzel. Sono infatti molti a credere che la carne panata austriaca sia figlia di quella milanese e che questa discendenza si debba nientepopodimenoché al Generale Radetzky in persona.
Chi crede a questa teoria dà retta alla storia secondo cui nell’Archivio di Stato di Vienna sia stato ritrovato un documento del Conte Attems, aiutante di campo di Francesco Giuseppe in persona, in cui si narra che il Generale Radetzky nel corso di un rapporto sulla situazione politica in Lombardia raccontasse all’imperatore della costoletta intinta nell’uovo, impanata e fritta nel burro che i milanesi usavano mangiare. Una volta a Vienna Francesco Giuseppe chiamò Radetzky a palazzo e gli chiese di dettare la ricetta ai cuochi di corte.

Per carità tutto molto suggestivo ma anche altrettanto inverosimile. Nessun Conte Attems era stato a quei tempi attendente di Cecco Beppe, che tra l’altro non era un gran mangiatore, nessun documento del genere è mai stato ritrovato all’Archivio di Stato di Vienna.
L’inventore di questa storiella è tal Felice Cunsolo, giornalista di origini siciliane trapiantato a Milano, che la racconta nel suo “La cucina lombarda” edito nel 1963. Il Cunsolo deve essersi talmente innamorato di questa sua panzana che qualche anno più tardi la riporterà anche in una guida gastronomica del Touring.
E siccome molto spesso le bufale sono più spassose della realtà, la storia di Radetzky e della cotoletta milanese fa il giro del mondo e convince gli stessi austriaci.
Ora, siccome non è bello spoilerare ed i libri vanno comprati, nel caso in cui foste lì a chiedervi  se è nata prima la cotoletta alla milanese o la wiener schnitzel e se c’è tra le due un qualche grado di parentela, andate pure in libreria e leggete Il Genio del Gusto per scoprirlo.

Alessandro Marzo Magno, Il Genio del Gusto: come il mangiare italiano ha conquistato il mondo, Garzanti Editore.

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Lydia Capasso

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