A tavola oltre cortina

Cosa sappiamo della cucina russa e soprattutto di quella dei paesi un tempo parte dell’Unione Sovietica? Ammettiamolo: quasi nulla. All’ignoranza rimedia a suo modo, vale a dire con ironia e spirito caustico, Wladimir Kaminer nel suo “La cucina totalitaria”.

Wladimir Kaminer è uno scrittore e giornalista moscovita che vive ormai da trent’anni a Berlino. Là, in terra tedesca, nota come sia convinzione comune che i russi mangino praticamente solo caviale accompagnandolo con la vodka, e inorridisce di fronte alla moda della cucina russa, per quanto minoritaria, che vede imporsi ristoranti che propongono piatti improbabili. Un po’ come accade a noi quando gettiamo uno sguardo ai menù di certi ristoranti italiani all’estero.
Perciò prova a raccogliere in un libro alcune ricette dei paesi di quello che fu il blocco sovietico, ma soprattutto a raccontare curiosità ed eccentricità delle cucine di quelle terre, attraverso aneddoti e buffi episodi che rendono la lettura del suo libro un vero viaggio nell’assurdo, popolato da personaggi surreali e comportamenti per noi incomprensibili. Quasi un ritratto socio-antropologico dei popoli che vivono nello sterminato territorio che un tempo si trovava al di là della cortina di ferro, e che perciò è rimasto per buona parte di noi sconosciuto e misterioso, una vasta macchia bianca sulle carte geografiche attraversata dalla scritta Hic sunt leones.

IMG_1414-e1401709017439
I leones in realtà si chiamano bielorussi e tatari, uzbechi, chirghisi e azeri, e poco hanno delle creature favolose, molto di semplici uomini dalle curiose abitudini e dalle piccole manie, come tutti noi, la cui cucina tiene conto della necessità e dell’ambiente più che delle mode o dei vezzi da buongustai. Kaminer li ritrae in bozzetti quasi ad una dimensione, individuando per ciascuno un tratto distintivo predominante, come l’URSS aveva fatto con i loro territori, destinando ciascuno di essi ad una o due produzioni specializzate.
Fornelli a gas e prodotti chimici pericolosi in Bielorussia, camion ed elicotteri in Tatarstan, lavorazione del latte in Lettonia, produzione di cotone in Uzbekistan, grano in Ucraina; e se gli abitanti della Russia meridionale sono fumantini, gli armeni brillano per ospitalità, i lettoni sono costantemente arrabbiati coi russi, gli uzbechi inventori e scienziati. Ognuno di questi popoli, con ciò di cui dispone, in aree spesso difficili, mette insieme una cucina della quale ignoriamo tutto e che il libro di Kaminer prova a farci conoscere per grandi linee senza impegnarcisi troppo: “La cucina totalitaria” non è un utile manuale di cucina, ma piuttosto una lettura gradevole, a tratti esilarante, che tra uno stufato di agnello e una polpetta di pesce prova a sfatare alcuni miti e ad instaurarne altri, ma più divertenti.
Il caviale è quello che ne fa maggiormente le spese: quello, dice Kaminer, era un articolo da esportazione e “un fatto politico“. Sempre presente in casa sua sulla tavola dei giorni di festa, non veniva mai toccato da nessuno.
“Hanno finito tutte le aringhe e i cetrioli e hanno lasciato il caviale“, era la frase con cui sua madre si lamentava del comportamento degli ospiti alla fine del pasto. O almeno questo è ciò che Kaminer prova a farci credere, tra il serio e il faceto. Si salva la vodka, a confermare le nostre poche e confuse certezze, ma bevuta mentre si sgranocchiano cetrioli in salamoia.
Dal punto di vista gastronomico, restano memorabili per Kaminer l’antica cucina armena, i piatti dei ristoranti uzbechi autentici, rievocati con nostalgia, e poco altro; il resto è burla, arguzia o pretesto per condividere aneddoti e ricordi. Insomma, a lettura conclusa forse non ne sappiamo più di prima, ma sappiamo che ciò che credevamo di sapere era sbagliato.
Ci rimane il piacere di un libro leggero che cancella qualche pregiudizio e sa farci sorridere. E la cucina? Kaminer ce lo chiarisce fin dall’inizio: la cucina russa è fatta di canti e balli più che di polpette. È  “..l’unica al mondo in cui il cibo non ha alcuna importanza“.

Wladimir Kaminer, La cucina totalitaria, Guanda, euro 14,50

L'autore Vedi tutti gli articoli Sito web dell'autore

Giovanna Esposito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati da *