Il gusto di Proust di Antonino Cannavacciuolo

Oggi riprendiamo il nostro “Gusto di Proust” con Antonino Cannavacciuolo.
Il Questionario di Proust è quella sorta di gioco nato nel XIX secolo volto ad indagare, attraverso una serie di domande, il carattere e le ambizioni della persona a cui viene posto. Deve il suo nome al giovane Proust che aveva risposto alle domande di Antoinette Faure.
Negli anni è stato ampiamente ripreso ed utilizzato da riviste e programmi televisivi e le domande sono state rivolte a personaggi più o meno celebri. Anche noi ce ne siamo indegnamente impossessati, lo abbiamo stravolto (che il caro Proust ci perdoni!) e lo abbiamo sottoposto ad una serie di amici.
A Mauro Uliassi, a Matias Perdomo, a Cristina Bowerman, a Salvatore Bianco, a Francesco Apreda, ad Andrea Aprea, tra gli altri.
Per un po’ lo avevamo tenuto nel dimenticatoio ma abbiamo deciso di rispolverarlo e di sottoporlo ad Antonino Cannavacciuolo, uno dei più grandi (in tutti i sensi!) chef italiani.
Campano ma trapiantato sul Lago d’Orta, Villa Crespi è il suo regno e la televisione il suo divertissement. Di Cucine da Incubo vi abbiamo già parlato.

1) Come definiresti la tua cucina, in tre aggettivi?
Bella, cuore e passione.

2) Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
Pasta, olio e Cinzia.

3) Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli?
Non me lo ricordo.

E il più recente?
Non c’è stato.

4) Qual è il tuo peggior difetto?
Crederci sempre.

E la tua migliore qualità?
Crederci sempre.

5) Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
Pesce di lago.

6) Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
Una persona che stimo e ammiro moltissimo è mio padre, poi gli eroi sono altri.

7) Qual è il primo ricordo che hai di te stesso ai fornelli?
Sono tanti, anche se ho solo 39 anni sono più di 20 anni che sto in cucina ed i primi passi li ho ben stampati nella mia mente. Vedevo da piccolo questi chef giganti che oggi sono io. Mi ricordo di quando sono entrato in una cucina con più di 20 cuochi giganteschi, grossi quanto me, li guardavo dal basso all’alto. La statura di un cuoco imponente rimane ben impressa.
Perciò immagino un ragazzo di 14 anni oggi quando mi vede!

8) Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
Linguine di Gragnano con calamaretti spillo e salsa di pane di segale.
La ricetta la trovate qui (n.d.r.).

9) Qual è l’ultimo libro che hai letto?
Il mio: “In cucina comando io”.

10) Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
La mia linguina.

11) Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
La Francia. Chi ha girato un po’ la Francia capisce, perché ne senti tanto parlare ma la Francia è… Chapeau!

12) Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Pescare.

Un ingrediente da riscoprire.
Il cervello, il collo, la pancia dell’animale, tutte quelle parti che se cotte bene ti danno grande soddisfazione.

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Redazione GIEMME

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