Il gusto di Proust: Mauro Uliassi

Continuiamo a giocare con gli chef: dopo Salvatore Bianco, a rispondere alle domande del nostro “Gusto di Proust, ovvero il questionario di Proust a gusto nostro” è Mauro Uliassi.

Sappiamo che non ha bisogno di presentazioni: chef del ristorante che porta il suo nome, sulla Banchina di Levante di Senigallia, due stelle Michelin, 19 punti sulla Guida de L’Espresso, vero maestro della cucina di mare ma capace di incantare anche con quella di terra, lasciamo che sia lui stesso a svelarsi.

Come definiresti la tua cucina, in tre aggettivi?
Mi definisco  in quella che è per gli altri: appassionata, sensuale,  moderna.

Quali sono le tre cose che porteresti con te sull’isola deserta?
Una femmina, una lente di ingrandimento, un coltello.

Qual è stato il tuo primo flop ai fornelli? E il più recente?
Non ricordo flop. Un mucchio di diversi errori che continuo a fare (ma sempre diversi).

Qual è il tuo peggior difetto? E la tua migliore qualità?
La pigrizia.
Sono simpatico, entro in sim-patia facilmente con le persone. Mia madre è stata ed è tutt’ora una maestra in questa arte.

Quale ingrediente non è mai presente nei tuoi piatti?
La superficialità.

Chi è il tuo eroe/la tua eroina?
Vadinho (il marito di Dona Flor nel libro di Jorge Amado “Dona flor e i suoi due maritì”) e Anaïs Nin (ho invidiato la sua intensa vita a Parigi negli anni ’30).

Qual è il primo ricordo che hai di te stesso ai fornelli?
A 16 anni  ho provato subito a fare la pasta sfoglia (ero affascinato dal fatto che si potesse sfogliare e che il segreto fossero le pieghe).

Se dovessi scegliere un solo piatto che ti rappresenti, quale sarebbe?
Sempre l’ultimo, come nell’amore. Quello che ha in sé tutte le esperienze avute.

Qual è l’ultimo libro che hai letto?
“Niente scuse” di Wayne W. Dyer.

Quale piatto vorresti che qualcun altro cucinasse per te?
Non so. Forse ai cuochi piace piu cucinare che mangiare nel senso di come  mangiano gli altri.

Qual è il paese dalla gastronomia più affascinante per te, Italia a parte?
L’Asia in genere.

Cosa ami fare quando non sei in cucina?
Leggere, meditare, nuotare, suonare, studiare e… più di tutto :-).

Lascia un piccolo consiglio ai nostri lettori: un ingrediente da riscoprire. 
Il desiderio di desiderare. Sempre!

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Redazione GIEMME

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