Tips4XmasWine #02 – BADIA DI MORRONA, VIGNAALTA 2017

Tips4XmasWine #02, la rubrica di Gastronomia Mediterranea con gli enoconsigli del Natale 2021, fa tappa nelle terre di Pisa, a Terricciola in Val d’Era tra le vigne di un’antica abbazia dell’undicesimo secolo, Badia di Morrona.

Fondata nel 1089 dal conte Ugone, un ricco proprietario terriero della zona, fu amministrata da monaci benedettini prima e camaldolesi poi. Dal 1482 al 1870 la “Badia” divenne la residenza estiva del Vescovo di Volterra che se ne impadronì con la forza, anno in cui il neo nato stato italiano gliela confiscò, per poi essere ceduta a dei privati come azienda agricola.

Veduta aerea di Badia di Morrona

Ed è qui che entra in gioco la famiglia dei Gaslini Alberti, gli attuali proprietari di Badia di Morrona, che l’acquistò nel 1939. Furono i fratelli Italo e Mario Gaslini che intuirono le potenzialità della tenuta decidendo di investire tutti i loro averi. Ma chi l’ha sviluppata, creando quella che ancora oggi riconosciamo come Badia di Morrona, è stato il conte Egidio, figlio di Italo, che più di mezzo secolo fa ereditò l’azienda, trasformandola in una moderna azienda olivitivinicola e ponendo le basi di quella che sarebbe diventata un punto di riferimento per il territorio nel campo dell’ospitality.

Badia di Morrona può contare su circa 600 ettari di terreno, di cui 110 vitati; l’uliveto invece ne occupa 40, un po’ di seminativi ed il restante è riservato al bosco. La struttura ricettiva comprende vecchie case coloniche perfettamente restaurate per un totale di 120 posti letto. Il principe dei vitigni toscani, il Sangiovese, rappresenta più della metà della produzione, a cui si affianca il Vermentino e vitigni internazionali come Chardonnay, Viognier, Cabernet, Syrah e Merlot.

L’olio di oliva extravergine è l’altra grande passione di famiglia, tanto che l’azienda si è dotata di un frantoio, aperto anche agli altri produttori, per poter aver sotto controllo tutte le fasi di produzione dell’oro verde. Le principali cultivar allevate sono Pendolino, Leccino e Frantoio.

Oggi l’azienda è guidata dalla terza generazione, con Filippo Gaslini Alberti che ha preso il testimone dal padre Egidio nel 2015. Ha puntato sicuramente su alcune etichette di pregio, seppur a tiratura abbastanza limitata, come N’Antia e VignaAlta – quest’ultimo è il protagonista di giornata – per far accendere i fari, anche della critica enologica, su queste Terre di Pisa, lavorando poi molto bene su tutta la gamma prodotta, compresi quelli che potremmo definire vini quotidiani, proprio per far comprendere bene a tutti quanto è ricco, ma soprattutto poliedrico e articolato, enologicamente, questo territorio.

Filippo Gaslini Alberti

“Queste due interpretazioni, la cuvée bordolese per N’Antia, il Sangiovese in purezza per VignaAlta, messe a fuoco all’inizio degli anni ’90, sono nate prima di tutto dalla lettura dei suoli e poi dal desiderio di lasciar esprimere il terroir con linguaggi diversi, seppure raccontando lo stesso territorio.” — ci ha raccontato Filippo Gaslini Alberti — “L’annata 2017 ci ha sorpreso positivamente perché ha fatto emergere le peculiarità dei due vini con particolare nitidezza”.

VIGNAALTA 2017 TERRE DI PISA SANGIOVESE DOC

Un Sangiovese 100%  che nasce – come dice implicitamente il suo nome – sul crinale più elevato di Badia di Morrona, sul suo versante occidentale, su dei terreni sabbiosi e ben drenati. Accurata selezione delle uve provenienti dalle particelle migliori e basse rese per ettaro. Fermenta in acciaio, affina 24 mesi in botti di rovere francese da 25 ettolitri, mentre trascorre altri 3 mesi in cemento, prima di essere imbottigliato.

Alla vista si presenta con un elegante rosso rubino impreziosito da luminosi riflessi granata. L’olfazione è raffinata con quel suo floreale dai ricordi di viola e rose. Un fruttato rosso ben si alterna a delle spezie dolci che virano poi verso un balsamico che sa di eucalipto. Il sorso è ricco, strutturato ma ben equilibrato. I tannini sono ben amalgamati con il frutto rosso che con estrema finezza ritorna al palato. Persistenza tipica da Sangiovese, ha i suoi punti di forza nella verticalità e nell’eleganza. Annata 2017 dalla produzione limitata (meno di 8.000 bottiglia) ma proprio per questo la concentrazione polifenolica delle uve ha esaltato il carattere di questo vino.

Ideale con selvaggina, ben si abbina anche a brasati di carne rossa. Per gustarlo al meglio servire ad un temperatura di 14° – 16°C. in un calice ampio per vini rossi di buona struttura e intensità. . Un vino già pronto da bere ma che si può lasciare in cantina ancora 5/10 anni

BADIADIMORRONA.IT
Crediti Fotografici: BADIA DI MORRONA - S.A.F.T. Snc

© Riproduzione Riservata

L'autore Vedi tutti gli articoli

Antonio Cimmino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati da *