Un intenso week-end di scoperte cultural-gastronomiche a Napoli

Napoli è una città che ti invade: la luce, il rumore, i colori, la bellezza – così diffusa anche se sì, talvolta decadente – colpiscono i sensi senza dare tregua. Tanta ricchezza è disorientante: come si fa a scegliere se perdersi nel centro storico, visitare i musei, godersi il panorama sul lungomare, passeggiare nella Napoli sotterranea, prendere un traghetto per le isole o inerpicarsi sui sentieri che collegano le colline al centro? Se neanche voi siete famosi per le vostre capacità di scelta, fate un po’ di tutto, possibilmente accompagnati e consigliati da napoletani appassionati delle proprie radici e delle proprie tradizioni culinarie.

Il primo consiglio per passare un bel soggiorno a Napoli non è quindi “chiedete al taxi in aeroporto la corsa a prezzo predeterminato per farvi portare in albergo”, ma “abbiate amici a Napoli e andateli a trovare”. La loro accoglienza sarà il primo regalo, la misura della generosità della città.

Per non essere da meno, condivido la personalissima lista di luoghi che hanno reso speciale la mia permanenza – le persone, quelle, non posso e neanche voglio.

Ho pensato lucidamente alla frase “vedi Napoli e poi muori” affacciata da Castel Sant’Elmo perché mi è letteralmente mancato il fiato davanti al golfo intero, mentre a bocca aperta identificavo dall’alto gli edifici nel dedalo della città, guardavo il Vesuvio e le isole, davo una forma a Nisida che per me esisteva solo nella canzone di Bennato. Accanto a Castel Sant’Elmo, la Certosa di San Martino condivide lo stesso panorama e aggiunge il fascino di un chiostro bellissimo.

Entrambi si possono raggiungere facilmente a piedi dal Vomero o con la funicolare di Montesanto da Pignasecca, nei quartieri Spagnoli. Per chi ha ginocchia buone e scarpe comode, almeno in discesa si può prendere un sentiero medioevale, la Pedamentina di San Martino, patrimonio Unesco, che in poco tempo e molto dislivello riporta al mercato di Pignasecca, dove ci si può ritemprare con bollicine e fritto misto, direttamente dal banco del pesce accanto – i banchi del pesce nei mercati di Napoli io non ho parole per descriverli – e non è solo stupore, è proprio incompetenza.

Il centro storico, in gran parte pedonale, si apre davanti a voi. Il chiostro di Santa Chiara, il Duomo, l’accesso alla Napoli sotterranea a San Lorenzo, la Cappella di San Severo che ospita il Cristo Velato, il Pio Monte della Misericordia dove si può ammirare Le opere della Misericordia del Caravaggio, una delle tre opere dell’artista conservate in città. Un’altra, il Martirio di Sant’Orsola, si trova sulla centralissima e pedonale via Toledo – che tutti continuano a chiamare via Roma, per la confusione dei turisti – nel palazzo Zevallos Stigliano che anche da solo meriterebbe una visita. Proprio accanto si apre la galleria Umberto I su cui si affaccia l’unica sede de La sfogliatella Mary, indirizzo sicuro dove mangiare le sfogliatelle artigianali fatte come si deve (e se non vi va di fare la fila, provate quelle di Pintauro 100 m più avanti su via Toledo).

Le stazioni della metro, rinnovate, ospitano opere d’arte e sono diventate meta turistica, non utilizzate solo per necessità di trasporto.

Da Piazza Plebiscito si passeggia su via Chiaia nel centro “nuovo”, perdendosi nei vicoli dove i locali trendy si alternano alle botteghe artigiane. Tra i primi Ba-Bar, con una piacevolissima atmosfera ovattata, e Gourmeet supermercato di qualità, ma anche osteria e bar – fonti accreditate assicurano che i cocktails siano buonissimi e il Moscow Mule sia servito nelle tazze di rame, a regola d’arte.

Per una pausa pranzo vicino al lungomare in direzione di Mergellina, Cibi Cotti Nonna Anna è il consiglio unanime per cui si spendono solo sorrisi e superlativi, per il cibo, il metodo, l’esperienza.

La pizza, perfetta per gusto, lievitazione e ingredienti, l’ho mangiata a Pozzuoli, a La Dea Bendata dove anche i frittini ordinati come antipasto erano originali e perfetti, croccanti fuori e morbidi dentro, e la birra italiana artigianale speciale.

Considerata la fila, anche la qualità della pizza de Pizzaria (con la A, non è un refuso) La Notizia deve essere eccezionale, come lo è la pizza fritta de ‘O sfizio d’a notizia lì accanto.

Ho assaggiato il casatiello, la pizza di scarole, formaggi e salumi di produttori campani piccoli e accurati, la mozzarella vera mozzata a mano e ho finalmente capito cosa sia la provola – fiordilatte affumicato che non ha niente a che fare con la scamorza come credevo io – grazie alla competenza e cortesia di Salvatore da Sagra Prodotti Tipici, accanto al mercato di Quattro Giornate, dove i tulipani importati dall’Olanda costano meno che ad Amsterdam e quelli coltivati in Campania meno ancora.

Ho riempito gli occhi, il cuore e la valigia, ma non c’è stato tutto. Sarà un piacere tornare. Non esitate ad inviare i vostri consigli.

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Claudia Mondino

1 Commento Aggiungi un commento

  • La sfogliatella Mary…ahhh un ricordo universitario che non ha prezzo!! Quando tornerò cercherò di provare qualche posto ?. Grazie

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