Fotografare il cibo: Francesca e Serena

Fotografare il cibo pare essere diventato un passatempo per molti, responsabile con buona probabilità l’avvento dei blog.

Cavoletto di Bruxelles ha importato in Italia lo stile fotografico del brand australiano Donna Hay: uno stile ben riconoscibile e molto imitato caratterizzato da foto sovraesposte tendenti al ciano e composizioni molto studiate per i piatti di tutti i giorni. Ma il blog di Sigrid nasce nel 2005 quando in Italia c’era già chi aveva fatto della fotografia gastronomica una professione creando uno stile tutto suo che ben si discostava dalle foto che allora circolavano su molte riviste del settore, per intenderci quelle un po’ confusionarie fatte per lo più di ingredienti disposti a corona attorno ai piatti, e che si discostava anche dalle statiche foto pubblicitarie.

Una ragazza giovane, molto giovane, che aveva cominciato a fotografare gioielli e poi pellame e le cui foto erano pubblicate su Vogue, Harper Bazar, Gioia e Grazia. Francesca Brambilla aveva deciso di dedicarsi ad altro, alla musica, altra sua grande passione, quando viene chiamata da Food Editore per occuparsi della parte fotografica di tutte le riviste del gruppo. Era il 1995 e Francesca portava con sè tutto il bagaglio di tecnicismi, di giochi di riflessi, di luci di taglio utilizzati per fotografare gioielli.
Il passo alle fotografie delle ricette degli chef è breve e nel 2001 pubblica il suo primo libro con Claudio Sadler.

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Poi l’incontro con Serena Serrani, con una passione per le foto teatrali, e che, neanche a farlo apposta  è l’esatto complemento di Francesca. La riservatezza e la ritrosia di Serena si intregrano perfettamente con l’esplosività e l’esuberanza di Francesca. Gli scatti di Francesca sono sottoposti ad un certosino lavoro di post produzione da Serena.
Un lavoro di squadra che le porta in giro per le cucine di tutta Italia e che le vede autrici degli scatti fotografici delle maggior parte dei libri sugli chef in circolazione: Niko Romito, Aimo e Nadia, Viviana Varese, Claudio Sadler, Moreno Cedroni, Antonino Cannavacciuolo, tanto per citare qualche nome noto, e che le vede autrici anche degli scatti degli chef e dei piatti degli ultimi cinque anni di Congresso di Identità Golose.
Fino a qui il post serio, quello che nella maniera più obiettiva possibile vuol parlare di due grandi fotografe del cibo. Ora però consentitemi un paio di righe a carattere puramente personale, senza alcuna pretesa di obiettività, un paio di righe per raccontare due belle persone.
Conosco Francesca e Serena di persona da poco più di un anno, c’è di mezzo mia madre che voleva regalarmi un corso di fotografia ed aveva individuato in Francesca il miglior fotografo di cibo, e sono affascinata dalla generosità e dalla naturalezza con cui, ognuna delle due con modalità diversa, riescono ad entrare nel mondo degli altri.
Non mi meraviglia sentir loro parlare di Niko e dei Romito tutti come di una seconda famiglia, o del gruppo di Identità Golose che non è più solo lavoro, o di Moreno Cedroni  e della famiglia Moroni in una maniera che non ha nulla a che vedere con il loro essere fotografe.
E’ evidente che ogni libro pubblicato ha lasciato loro molto più di qualche scatto e qualche copertina, cosa che può accadere solo a chi nel proprio lavoro mette ben più della tecnica e della personalità.

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Lydia Capasso

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